La Sicilia è la più vasta isola del Mediterraneo con una superficie di oltre venticinquemila chilometri quadrati ai quali vanno aggiunte le isole minori: Eolie, Ustica, Egadi, Pantelleria e Pelagie.

Anticamente era chiamata trinacria dalla sua caratteristica forma a triangolo, ai vertici del quale si trovano Capo Peloro, Capo Lilibeo e Capo Correnti.

È una regione prevalentemente collinare e montuosa con fiumi di breve corso e la maggior parte sono scarsi e piuttosto piccoli; il clima è di tipo mediterraneo caratterizzato dai venti caldi provenienti dall’Africa anche se non mancano le nevi nelle zone interne più alte.

 

Sulla costa orientale domina la cima dell’Etna, il Vulcano più caratteristico della Sicilia tuttora attivo; vulcani minori si trovano a Lipari, Ustica e Pantelleria.

La vegetazione è costituita da ulivo, vite, mandorlo, pistacchio, carrubbo, palma da dattero, gelso, agrumi, agaveValle dei templi Agrigento e nespolo.

Nell’economia dell’Isola un posto di rilievo è occupato dalla pesca dal momento che le acque che la circondano abbondano di tonni (nel trapanese), pescispada (nel messinese) e ogni tipo di pesce azzurro.

La Sicilia ha tradizioni antichissime, usi e costumi che nel corso degli anni ha assorbito dalle molte popolazioni che hanno abitato nel suo territorio.

L’isola è emersa dal mare durante l’ultimo periodo glaciale a seguito di un’eruzione vulcanica e viene abitata sin dal paleolitico superiore come ci testimoniano i ritrovamenti di vari oggetti in pietra e i graffiti nelle grotte del Monte Pellegrino a Palermo e nelle grotte del Monte S. Calogero a Termini Imerese.

Nel corso della storia la posizione centrale della Sicilia rispetto al Mediterraneo ne fa una terra di conquista, un punto di convergenza tra il continente africano e quello europeo, tra il Mediterraneo orientale e quello occidentale.

Tutto ciò dura fino al momento della scoperta dell’America quando il fulcro d’interesse economica si sposta verso i paesi dell’Europa occidentale fuori dal Mediterraneo e lontano dalla Sicilia.

I Primi abitanti certi dell’Isola sono i Sicani, dell’età neolitica, seguiti dai Siculi e dagli Elimi, A Loro si fanno risalire alcuni insediamenti urbani come quello di Iccara vicino a Palermo, Pantalica vicino a Siracusa, Erice e Segesta in provincia di Trapani.

Ma è nel IX sec. a.C che ha inizio la vera e propria storia dell’occupazione della Sicilia da parte di un popolo di mercanti navigatori: i Fenici. Con loro, ha una grande sviluppo il commercio e l’agricoltura.

Segue nell’VIII e VII Sec. a.C. la colonizzazione dei Greci in cerca di terre da poter sfruttare; nascono così Noxos a Taormina, Megara Iblea, Selinunte, Lentini, Catania, Agrigento, Gela, Siracusa e Messina anticamente chiamata Zancle.

Nel periodo ellenico la Sicilia vive un momento di grande splendore economico, culturale e artistico.

Tra la fine del VII e l’inizio del V sec. a.C. sorgono i primi templi a Selinunte, Agrigento e Siracusa, grande e importante documento storico della Sicilia.

Siracusa diventa la città più importante a livello politico sotto la guida di vari tiranni che riescono a sconfiggere i nemici Ateniesie Cartaginesi dopo un periodo di grandi lotte.

Segue il periodo dei Romani che dopo aver ottenuto il controllo dell’Italia meridionale lanciano l’attacco ai Cartaginesi che sconfiggono a Milazzo.

Sotto la guida di Claudio Marcello, Roma riesce a conquistare Siracusa e durante l’occupazione della città muore Archimede, Scienziato-fisico-matematico siracusano.

Dopo la caduta di Siracusa (212 a.C.), sotto la dominazione romana, l’isola attraversa un periodo di decadenza sociale ed economica, Non mancano le rivolte delle popolazioni ridotte in schiavitù dai governatori romani come Verre che riesce però a reprimerle.

Nel periodo romano vengono modificati alcuni teatri greci a Siracusa, Taormina, Segesta, Catania e Tindari; si costruiscono opere pubbliche quali gli anfiteatri di Siracusa, Catania e Termini Imerese, le Terme di Catania e Marsala, l’Odeon e la Naumachia di Taormina e le grandi ville dei Patrizi Romani tra cui la splendida Villa Imperiale del Casale di Piazza Armerina con i suoi bellissimi e artistici mosaici.

Il Cristianesimo si afferma in Sicilia nel III sec. d.C. e viene professato intensamente nell’isola nonostante le persecuzioni, testimoniato dalla presenza di numerose catacombe (Siracusa e Agrigento) e dal martirio di S. Agata di Catania (250 d.C.) e S. Lucia di Siracusa (304 d.C.).

La Sicilia, dopo la caduta dell’Impero romano, subisce invasioni barbariche a cui segue la dominazione bizantina fino al VII sec. quando iniziano le incursioni da parte dei Musulmani che sbarcano a Mazara del Vallo nel 827 d.C..

Il periodo bizantino è segnato dalla costruzione di chiese cristiane e forma basilicale con la tipica cupola centrale, mentre l’arte musulmana è testimoniata dalle caratteristiche decorazioni a motivi floreali, dalle tante moschee e dagli sfarzosi palazzi come Palazzo Reale (ampliato poi dai Normanni), la Zisa e la Cuba a Palermo, città che in questo periodo diventa sede di incontro fra filosofi, scienziati, artisti e poeti.

Gli Arabi introducono anche colture nuove come il carrubo, il gelso, gli agrumi, la palma da dattero, la canna da zucchero e i fichi d’india.

Vengono cacciati dall’isola dei Normanni, soldati provenienti dalla Normandia, con Roberto il Guiscardo e Ruggero II che riunisce la Sicilia al Mezzogiorno e ottiene da Innocenzo II nel 1139 la corona di Sicilia, feudo della Santa Sede.

Con i Normanni in Sicilia fioriscono gli studi di Medicina, Astrologia, Astronomia e Architettura.

A questo periodo risalgono importanti costruzioni come la Cappella Palatina a Palermo, il Duomo di Cefalù, il Duomo di Monreale, la chiesa di S.Giovanni degli Eremiti e quella della Martorana.

Anche l’economia siciliana riprende a fiorire con la costruzione di cantieri navali, di industrie come quelle della seta e l’artigianato delle maioliche.

Vengono potenziate anche le opere di architettura militare infatti vengono ricostruiti il Castello Maniace di Siracusa, quello di Augusta e vengono costruiti il Castello di Paternò e il Castello Ursino di Catania.

Alla morte di Federico II che segna la fine del periodo Svevo, la Sicilia attraversa un momento difficile quando il Papa affida l’isola a Carlo I D’Angiò. La popolazione siciliana rimane piuttosto insoddisfatta del governo angioino sotto il quale vive tempi neri di oppressione fino al 1282 quando scoppia la rivolta dei “Vespri Siciliani” segnando la fine del regno di Carlo D’Angiò. Agli angioini succedono agli aragonesi e il loro regno viene confermato nel 1302 con la pace di Caltabellotta con la quale sii stabilisce che la Sicilia rimane a Federico III d’Aragona re di Trinacria.

La dominazione spagnola porta all’impoverimento dell’economia e all’insoddisfazione del popolo che vive in miseria in contrapposizione ad aristocratici ed ecclesiastici che vivono nello sfarzo degli splendidi palazzi che si fanno costruire ed abbellire dai migliori artisti come Antonello da Messina, Caravaggio, Van Dick e il Gagini.

È il periodo del barocco Siciliano (XVII sec.).

Dopo la pace di Utrecht (1713) la Sicilia passa ai Savoia, poi all’Austria  e poi ancora ai Borboni fino al 1860.

Durante la dominazione borbonica vengono attuate opere pubbliche quali la costruzione di edifici per l’assistenza dei poveri e degli ammalati, l’Arte passa dal Barocco al Rococò e al Neoclassicismo.

Di questo periodo sono VillaValguarnera a Bagheria, Villa Palagonia, i Palazzi Biscari, Massa, Pardo, del Municipio e Cutelli  a Catania, palazzo Cutò, Belmonte, Geraci, e Galati a Palermo.

A testimonianza dell’architettura Neoclassica rimangono: la Palazzina Cinese, il Monastero di S. Francesco di Sales, l’Oratorio di S. Filippo Neri a Palermo oltre alle belle sculture di Ignazio Marabitti come la stature del Duomo di Siracusa e la fontana nella Villa Giulia a Palermo (personificazione della città).

Dal 1820 al 1860 si susseguono vari moti rivoluzioni creando l’atmosfera giusta per accogliere Garibaldi e i suoi Mille per liberare l’Isola dall’oppressione borbonica e unirla all’Italia sotto la Monarchia dei Savoia.

Da qui la storia siciliana si unisce a quella del resto d’Italia.

Nel XIX secolo si afferma l’architettura neoclassica a testimonianza della quale rimangono il Teatro Massimo, e il Teatro Politeama Garibaldi a Palermo, la Chiesa della Colleggiata a Catania, il Teatro Vittorio Emanuele a Messina, e il Palazzo dell’Orologio ad Agrigento.

Delle opere scultoree di Mario Rutelli ricordiamo la fontana del Tritone di Monreale e la quadriga del Teatro Politeama di Palermo.

In campo letterario si affermano Giovanni Verga e Luigi Capuana di Catania, il poeta Salvatore Quasimodo  (nobel per la letteratura nel 1959), Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Elio Vittorini, Leonardo Sciascia senza dimenticare il grande Luigi Pirandello di Agrigento.